L’ amo è un elemento essenziale per la cattura dei pesci, la sua origine risale al tempo delle palafitte, periodo in cui era costruito in modo rudimentale e piuttosto grezzo. Al giorno d’oggi la costruzione è automatica, ci si serve di speciali macchine che lo creano e lo inscatolano in nelle confezioni. Un amo si divide in 3 parti: punta, curva e gambo. La punta è solitamente dritta; nella parte posteriore da origine ad una contropunta, detta ardiglione, che serve a trattenere l”amo nella bocca del pesce. La parte curva, è quella che subisce il massimo sforzo e serve a tenere il pesce fermo; può essere perfettamente semicircolare o con un andamento curvilineo accentuato all’estremità .
Il gambo, generalmente a sezione rotonda, può presentarsi anche leggermente appiattito o a sezione quadra. All’ estremità del gambo vi è la cosiddetta paletta che serve ad attaccare l”amo alla lenza. Oltre agli ami semplici vi sono ami a più punte detti ancorette, essi possono essere di tre tipi: a gambo forgiato e brunito, con gambo a filo rotondo brunito e in metallo bianco.
Gli ami sono creati con un filo metallico che con procedimenti meccanici viene temprato e rivestito di un bagno argenteo, bronzeo o dorato. Di qualsiasi tipo siano è necessario conservarli in luoghi asciutti, poiché si ossidano facilmente; si formano delle macchioline di ruggine, la cosiddetta “vaiolatura”, che li rende inutilizzabili. E consigliabile conservarti in bustine di carta oleata o in scatole ben chiuse.
Gli ami possono essere di diverse dimensioni, bisogna sfatare il luogo comune secondo cui, con un amo più grande, si catturano pesci di dimensione maggiore, ciò è falso innanzitutto perché la dimensione dell”amo dipende da quella dell”esca e dalla forma e dimensione della bocca del pesce che si aspira catturare e poi perché i pesci grossi sono più sospettosi, quindi, difficilmente abboccano se l”amo non è piccolo e ben nascosto.